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Giornata Martinettiana 2024

Cerimonia in ricordo di Clotilde “Mamma Tilde” Roda Boggio

Mercoledì 22 maggio l’Istituto “Piero Martinetti” ha ospitato la seconda Giornata Martinettiana, dedicata quest’anno all’approfondimento del concetto del pudore, atteggiamento che ha contraddistinto la vita dei Giusti ed alla riflessione sul concetto di Giusto, titolo riconosciuto nel 2020 a Martinetti per la sua dirittura morale dall’Associazione Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide).

Il “Giardino dei Giusti” del nostro Istituto si propone di onorare gli uomini e le donne che, nel nostro territorio, si sono distinti nell’aiutare le vittime dei genocidi, delle persecuzioni, dei regimi totalitari in modo da fornire agli studenti, attraverso lo studio di un personaggio nato e vissuto nel nostro territorio, dunque particolarmente vicino e conoscibile, la formazione di una coscienza critica e lo sviluppo del libero pensiero. Quest’anno è stata ricordata la figura di Clotilde Roda Boggio, nota come Mamma Tilde, che ospitò, lei vedova con tre figli a carico, il neonato Massimo Foa, fortunosamente sottratto al carcere “Le Nuove” di Torino, dove era stato precedentemente recluso con la famiglia, salvandolo in questo modo da sicura deportazione.

La Giornata Martinettiana, appuntamento annuale del percorso di studi sul pensiero e sull’opera del filosofo cui è titolata la nostra scuola e di altri Giusti, è occasione di riflessione sui valori di giustizia e libertà, attraverso la conoscenza di figure esemplari per coraggio e pudore, particolarmente significativi per le giovani generazioni, specie in epoche complesse come l’attuale. Essa è parte integrante del Progetto Sulle orme di Martinetti inserito pienamente nella dimensione educativa, culturale e civica che caratterizza il nostro percorso educativo e articolato in molteplici attività disciplinari e trasversali. Infatti, vorremmo camminare sulle orme dell’esempio e delle azioni del filosofo, “uomo libero in tempi di servitù politica” come lo definì Norberto Bobbio, e, soprattutto, uomo attento agli altri uomini, coerente con i propri valori di coscienza anche a costo di enormi sacrifici personali.

Il convegno, aperto dai saluti istituzionali della Dirigente, dott.ssa Katia Milano, e moderato dalla dott.ssa Maria Cristina Fenoglio Gaddò, Presidente della Fondazione Casa e Archivio “Piero Martinetti” di Spineto, ha ospitato gli interventi di Erminio Maglione, Ricercatore in Storia della Filosofia presso Università Vita – Salute San Raffaele di Milano; Sandra Boggio, Cristina Bernard, Guido Foa, testimoni delle vicissitudini che hanno interessato le famiglie Foa e Boggio; e della stessa dott.ssa Fenoglio Gaddò.

Il dottor Maglione ha affascinato e coinvolto l’uditorio con un toccante intervento sulla discrezione con cui i Giusti agiscono, valore in netto contrasto con l’imperante spettacolarizzazione dei giorni nostri, in cui qualsiasi azione, compresa quella finalizzata a nobili scopi, acquista dignità e valore se, e solo se, oggetto di visione e condivisione. Vedere e ascoltare sono i due modelli conoscitivi, ereditati rispettivamente dal mondo classico e da quello ebraico, cui è possibile ricondurre il duplice atteggiamento nei confronti della realtà e la scelta ontologica tra essere Eroe da tutti riconosciuto o Giusto invisibile agli altri ed anche a se stesso. Guido Foa, figlio di Massimo, ha presentato la storia della sua famiglia e letto passaggi della toccante lettera che la nonna aveva scritto alle sorelle all’uscita dai campi di concentramento, portando gli astanti alla riflessione sull’impossibilità della parola di comunicare “ciò che è stato”. Sandra Boggio, nipote di Mamma Tilde, ha rievocato la figura generosa e vitale della nonna con aneddoti della sua storia famigliare; Cristina Bernard, ha chiosato il racconto con i ricordi delle azioni compiute dalla famiglia Genisio, in particolare da Cecilia, staffetta partigiana, che contribuì con gesti concreti alle necessità quotidiane dei Foa. Infine, la dott.ssa Fenoglio Gaddò ha rievocato un episodio inedito della biografia martinettiana che conferma il pudore delle giuste azioni di Martinetti negli anni trascorsi a Spineto: l’aver dato ospitalità, a rischio della propria incolumità, ad una studentessa ebrea in difficoltà.

Al termine degli interventi, è stato presentato il lavoro di approfondimento compiuto dagli studenti coinvolti nel progetto, condotto e realizzato sotto la guida delle professoresse Monica Ferraris e Daniela Neirotti. I ragazzi, suddivisi in gruppi più ristretti, hanno lavorato sul concetto di Giusto, sulle funzioni dei giardini, sulla figura delle staffette partigiane e naturalmente su mamma Tilde, realizzando pregiatissimi lavori multimediali, tra cui una toccante “intervista impossibile” – dal momento che non esistono prove che questo incontro sia mai avvenuto – in cui mamma Tilde e Elena Recanati, madre di Massimo, commentano quanto da loro vissuto.

    Tutti i lavori sono reperibili sulla pagina dedicata al progetto del nostro sito istituzionale che, in costante aggiornamento, riporta i lavori del precedente anno scolastico, gli atti del convegno e i nuovi materiali.

     Ultimo momento della giornata, non certo per ordine d’importanza, è stata la dedica, nel nostro Giardino, di una pianta e di una targa, realizzata dagli studenti della 2C del Liceo Artistico sotto la guida della prof.ssa Sonia Simone, a Mamma Tilde.

Nei prossimi anni altre donne e uomini giusti del nostro territorio troveranno ugualmente posto nella memoria di questo giardino, contribuendo così alla costruzione di una identità condivisa da una comunità scolastica che si riconosce negli stessi valori, ricordando personaggi forse meno noti perché hanno portato avanti le loro scelte con maggiore discrezione, ma proprio per questo più vicini a noi nella testimonianza della possibilità, per tutti, di essere coerenti con i propri valori e di riconoscersi esseri umani di uguale dignità, che sempre deve essere promossa e tutelata.

Ferraris M. e Neirotti D.

 

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